15. mag, 2022

La guerra dietro la guerra del gigante d'argilla americano.

La guerra dietro la guerra del gigante d'argilla americano.
Oggi che è domenica mi posso prendere una pausa e tentare di spiegare quali sono i caratteri della guerra di fronte alla quale ci troviamo, la quale si combatte con le armi in Ucraina, ma che in realtà infuria in tutto il mondo: il conflitto è tra il virtuale e il concreto, tra un’economia fatta quasi solo di denaro che moltiplica se stesso e un’altra fatta di cose tangibili , ovvero materie prime, manufatti, lavoro. Tra finanza e produzione. Tra un impero di carta potenzialmente infinito e uno dove al contrario è proprio il limite a definire l’attività umana. Tra un cultura occasionalistica e di mercato e una invece che ha profonde radici. E’ la battaglia tra un eterno presente privo di prospettive e una visione dialettica della storia e del mutamento. Potrei continuare a lungo in questo elenco di dicotomie, ma voglio cominciare da dove magari non si immagina, ovvero dal Pil una misura econometri nata nei suoi connotati attuali dal neoliberismo e dunque adatta a celebrarne le glorie, senza però dire nulla riguardo alla ricchezza reale delle popolazione generale che invece è essenzialmente determinato dalla politica. Il Pil si definisce come il valore totale di tutti i beni e servizi dei prodotti finali di un Paese al netto di tutti i consumi intermedi, ma dentro questa formula si nasconde un verme burlone perché significa che il Prodotto interno lordo comprende anche cose che non apportano alcun valore aggiunto dal punto di vista dell’economia reale. Ad esempio, una commissione che un agente immobiliare riscuote per l’intermediazione di un appartamento aggiunge valore economico? No, perché non crea spazio abitativo aggiuntivo, fornisce un servizio utile, ma la sua commissione non crea alcun valore aggiunto per l’economia, perché l’appartamento affittato esisteva già e il proprietario lo avrebbe affittato anche da solo. Tuttavia, fa Pil e ciò vale per una quantità quasi infinita di attività, compressi i servizi finanziari:: ma che valore reale si aggiunge se le azioni vengono scambiate in borsa da programmi informatici per la gioia degli speculatori? Ma anche questo fa Pil.
Ora è ben noto che il prodotto interno lordo dei Paesi occidentali è essenzialmente formato dai servizi, molti dei quali creano un valore solo fittizio che non ha relazione col mondo reale e con la creazione di beni reali. L’esempio più clamoroso è quello degli Usa: guardando i numeri dettagliati del PIL degli Stati Uniti che raggiunge grosso modo i 20 trilioni dollari l’anno, vediamo che il 60% abbondante è dato dall’insieme del settore finanziario, assicurativo, immobiliare, locativo e leasing che contribuisce con quasi 11,4 trilioni di dollari; a ciò si aggiungono le aree “Federal Reserve Banking, Credit Intermediation and Related Activities” (1,1 trilioni), “Titoli, contratti su merci e investimenti” (0,8 trilioni), “Compagnie assicurative e attività correlate” (1,4 trilioni), “Fondi , trust e altri strumenti finanziari” (0,2 trilioni): nell’insieme su arriva al il 75% del Pil. Tutto questo significa che l’attività economica “reale”, cioè la produzione industriale o agricola e il commercio, sono fattori minoritari e per giunta in via di estinzione. La stragrande maggioranza del prodotto interno Usa deriva dal movimento di denaro senza che venga aggiunto un valore reale. Alcune di queste transazioni generano anche valore aggiunto, ma non tutte. O per dirla in altro modo: qual è il valore aggiunto per il PIL se un titolo emesso anni fa aumenta di prezzo? Nessuno, poiché questo non produce una merce aggiuntiva né fornisce un servizio aggiuntivo, senza tralasciare il servizio del commerciante di borsa che vende e compra in continuazione il titolo. Eppure la quasi totalità del 10 per cento della popolazione più ricca che possiede quasi la stessa quota di ricchezza del rimanente 90 per cento fa i soldi senza creare economia reale se non in piccola parte. Per rimanere con l’esempio precedente un titolo, ad esempio un’azione, ha un effetto economico solo al momento della sua emissione, perché in quel momento fornisce a chi lo emette denaro fresco con cui può investire in qualcosa di concreto: l a successiva speculazione con il titolo in borsa può portare profitti agli speculatori, ma non apporta più alcun valore economico aggiunto. E infatti il valore fittizio rimane nelle tasche degli azionisti e non entra pienamente nel ciclo economico.
Come sappiamo esiste un Pil nominale e un Pil reale che tiene conto dell’inflazione, anche se non sempre, anzi quasi mai viene specificata la misura adottata, ed esiste anche un Pil calcolato in base alla parità di potere d’acquisto, ma forse bisognerebbe introdurre una nuova misura, ovvero quella del Pil effettivo che misuri la sola produzione di valore reale. Ora però il calcolo del Pil fa sembrare che i Paesi occidentali siano più ricchi degli altri, ma sotto questo belletto sparso dal regime neoliberista, viene nascosto il fatto 

che non sono più il vero fulcro dell’economia mondiale e non esprimono il vero tenore di vita delle persone. Prendiamo come esempio la Russia: sebbene i salari siano più bassi che in Occidente, il russo medio può permettersi lo stesso prezzo di una persona media in Occidente. Il russo medio ha un appartamento (per lo più in un condominio,), un’auto e va in vacanza una volta all’anno e ha una vera assistenza sanitaria gratuita. Quindi non è importante quanti soldi guadagna qualcuno, ma cosa ci si può permettere con questi soldi nel proprio paese. Il ragionamento vale anche per la Cina dove i salati in molte zone fortemente industrializzati sono appena inferiori a quelli europei, ma con un potere di acquisto molto superiore da cui nasce per così dire l’auto alimentazione dell’economia cinese. I “media di qualità” continuano a dirci che l’economia russa è piccola e debole, e che la grande Russia ha ancora meno potere economico della piccola Italia. Questo è vero, ma solo quando si calcola il PIL nominale, se si calcola il Pil in base al potere di acquisto la Russia balza al sesto posto e lascia l’Italia al 12°. Se poi volessimo creare un Pil effettivo basato sui beni reali dei vari Paesi, compresi quelli energetici, minerari e produttivi la Russia sarebbe seconda dopo la Cina.
Ora il problema è questo e si sta manifestando nella guerra: le economie che si basano su beni beni reali i quali hanno un concreto valore d’uso oltre che di scambio non hanno bisogno di interferire con altri , mentre quelle finanziarie possono sopravvivere solo sfruttando gli altri e solo imponendo dovunque la propria logica. Ecco perché lo pseudo gigante Usa ha bisogni di mandare gli ucraini al macello: perché la disobbedienza rispetto all’ordine finanziario di cui sono i padroni è un pericolo mortale per loro. L’Europa si trova nel mezzo perché non è ancora abbastanza finanziarizzata e ha ancora una produzione manifatturiera che la potrebbero collocare a metà strada, ma è costretta a rimanere nella gabbia della Nato con conseguenze catastrofiche.

https://www.forbes.com/sites/andrewdepietro/2021/08/23/2021-us-gdp-by-industry/

 

Война за войной американского глиняного гиганта.
Сегодня, то есть в воскресенье, я могу сделать перерыв и попытаться объяснить, каковы персонажи войны, с которой мы сталкиваемся, которая ведется с оружием в Украине, но которая на самом деле бушует во всем мире: конфликт между виртуальными и конкретное, между экономикой, состоящей почти полностью из денег, которая приумножается, и экономикой, состоящей из осязаемых вещей, то есть сырья, артефактов, труда. Между финансами и производством. Между потенциально бесконечной бумажной империей и той, где, наоборот, именно предел определяет человеческую деятельность. Между окказионалистской и рыночной культурой и той, которая имеет глубокие корни. Это битва между вечным настоящим без перспектив и диалектическим видением истории и изменений. Я мог бы долго продолжать этот список дихотомий, но я хочу начать с того, чего вы, может быть, не представляете, или с ВВП как эконометрического показателя, рожденного в своих нынешних коннотациях от неолиберализма и поэтому пригодного для восхваления его славы, однако без ничего не говоря о реальном богатстве населения в целом, которое в значительной степени определяется политикой. ВВП определяется как общая стоимость всех товаров и услуг конечных продуктов страны за вычетом всего промежуточного потребления, но в этой формуле скрыт червь-джокер, поскольку это означает, что валовой внутренний продукт также включает вещи, которые не вносят никакого дополнительного вклада. ценность с точки зрения реальной экономики. Например, добавляет ли комиссионное вознаграждение, которое агент по недвижимости получает за посредничество в покупке квартиры, экономическую ценность? Нет, потому что она не создает дополнительной жилой площади, она оказывает полезную услугу, но ее комиссия не создает никакой добавленной стоимости для экономики, потому что съемная квартира уже существовала и владелец сдал бы ее даже в одиночку. Тем не менее, это делает ВВП, и это справедливо для почти бесконечного количества активов, включая финансовые услуги: но какая реальная добавленная стоимость, если акции торгуются на бирже с помощью компьютерных программ на радость спекулянтам? Но это тоже составляет ВВП.
Сейчас хорошо известно, что валовой внутренний продукт западных стран в основном формируется за счет услуг, многие из которых создают лишь фиктивную стоимость, не имеющую отношения к реальному миру и к созданию реальных товаров. Самый сенсационный пример — США: глядя на подробные цифры ВВП Соединенных Штатов, достигающего примерно 20 триллионов долларов в год, мы видим, что 60% приходится на финансовый, страховой секторы, сектор недвижимости, а также в целом аренда и лизинг, который приносит почти 11,4 триллиона долларов; к этому добавляются направления «Федеральная резервная система, кредитное посредничество и смежная деятельность» (1,1 трлн), «Ценные бумаги, товарные и инвестиционные контракты» (0,8 трлн), «Страховые компании и смежная деятельность» (1,4 трлн), « Фонды, трасты и другие финансовые инструменты» (0,2 трлн): в целом достигает 75% ВВП. Все это означает, что «реальная» экономическая деятельность, т. е. промышленное или сельскохозяйственное производство и торговля, являются факторами меньшинства и находятся на грани исчезновения. Подавляющая часть внутреннего продукта США создается за счет движения денег без добавления реальной стоимости. Некоторые из этих операций также создают добавленную стоимость, но не все. Или, другими словами, какова добавленная стоимость для ВВП, если облигация, выпущенная много лет назад, подорожает? Никакого, поскольку это не производит дополнительного товара или не оказывает дополнительной услуги, не пренебрегая при этом услугами биржевого трейдера, который постоянно продает и покупает акции. Тем не менее почти все самые богатые 10 процентов населения, владеющие почти такой же долей богатства, что и остальные 90 процентов, зарабатывают деньги, не создавая реальной экономики, за исключением небольшой части. Чтобы придерживаться предыдущего примера, ценная бумага, например акция, имеет экономический эффект только в момент ее выпуска, потому что в этот момент она обеспечивает эмитента свежими деньгами, которые он может инвестировать во что-то конкретное: последующая спекуляция с акциями на фондовой бирже он может принести прибыль спекулянтам, но уже не приносит никакой добавленной экономической стоимости. Ведь фиктивная стоимость остается в карманах акционеров и не входит полностью в экономический цикл.
Как известно, есть номинальный ВВП и реальный ВВП, учитывающий инфляцию, даже если принятая мера не всегда конкретизируется, да и почти никогда, а также есть ВВП, рассчитанный на основе паритета покупательной способности, но, возможно, следует ввести новую меру, а именно показатель эффективного ВВП, который измеряет только производство реальной стоимости. Сейчас, правда, подсчет ВВП создает впечатление, что западные страны богаче других, но под этой краской, намазанной неолиберальным режимом, скрывается факт 

которые больше не являются истинной опорой мировой экономики и не отражают истинный уровень жизни людей. Возьмем, к примеру, Россию: хотя заработная плата ниже, чем на Западе, средний россиянин может позволить себе такую ​​же цену, как и средний человек на Западе. У среднестатистического россиянина есть квартира (в основном в многоквартирном доме), машина, он раз в год ездит в отпуск и реально бесплатно лечится. Так что важно не то, сколько денег кто-то зарабатывает, а то, что вы можете себе позволить на эти деньги в своей стране. Это рассуждение также применимо к Китаю, где соленые продукты во многих высокоразвитых промышленно развитых регионах едва ли уступают продуктам в Европе, но с гораздо более высокой покупательной способностью, из которой, так сказать, рождается самопитание китайской экономики. «Качественные СМИ» твердят нам, что российская экономика мала и слаба, а у большой России еще меньше экономической мощи, чем у маленькой Италии. Это верно, но только при расчете номинального ВВП, если рассчитывать ВВП на основе покупательной способности, Россия перескакивает на шестое место и оставляет Италию на 12-м. И если бы мы хотели создать эффективный ВВП на основе реальных товаров разных стран, включая энергетику, добычу полезных ископаемых и производство, Россия была бы второй после Китая.
Теперь проблема вот в чем, и она проявляется в войне: экономики, основанные на реальных товарах, имеющих конкретную потребительную стоимость, а также меновую стоимость, не должны вмешиваться в другие, в то время как финансовые могут выжить только за счет эксплуатируя других и лишь навязывая везде свою логику. Именно поэтому псевдогиганту США нужно отправить украинцев на убой: ведь неповиновение финансовому порядку, которым они владеют, для них смертельная опасность. Европа оказалась посередине, потому что она еще недостаточно финансирована и у нее еще есть производство, которое могло бы поставить ее на полпути, но она вынуждена оставаться в клетке НАТО с катастрофическими последствиями.

https://www.forbes.com/sites/andrewdepietro/2021/08/23/2021-us-gdp-by-industry/

 

The war behind the war of the American clay giant.
Today, which is Sunday, I can take a break and try to explain what are the characters of the war we are facing, which is fought with arms in Ukraine, but which is actually raging all over the world: the conflict is between the virtual and the concrete, between an economy made almost entirely of money that multiplies itself and another made up of tangible things, that is raw materials, artifacts, work. Between finance and production. Between a potentially infinite paper empire and one where, on the contrary, it is precisely the limit that defines human activity. Between an occasionalist and market culture and one that has deep roots. It is the battle between an eternal present without prospects and a dialectical vision of history and change. I could go on for a long time in this list of dichotomies, but I want to start from where perhaps you do not imagine, that is from the GDP an econometric measure born in its current connotations from neoliberalism and therefore suitable for celebrating its glories, without saying anything about the real wealth of general population which is essentially determined by politics. GDP is defined as the total value of all goods and services of a country's final products, net of all intermediate consumption, but a joker worm is hidden within this formula because it means that the Gross Domestic Product also includes things that do not contribute no added value from the point of view of the real economy. For example, does a commission that a real estate agent collects for the brokerage of an apartment add economic value? No, because it does not create additional living space, it provides a useful service, but its commission does not create any added value for the economy, because the rented apartment already existed and the owner would have rented it even alone. However, it does GDP and this is true for an almost infinite amount of assets, including financial services: but what real value is added if the shares are traded on the stock exchange by computer programs to the delight of speculators? But this also makes up GDP.
It is now well known that the gross domestic product of Western countries is essentially formed by services, many of which create only a fictitious value that has no relation to the real world and to the creation of real goods. The most sensational example is that of the USA: looking at the detailed numbers of the GDP of the United States which reaches roughly 20 trillion dollars a year, we see that an abundant 60% is given by the financial, insurance, real estate sectors as a whole. rental and leasing which contributes nearly $ 11.4 trillion; to this are added the areas "Federal Reserve Banking, Credit Intermediation and Related Activities" (1.1 trillion), "Securities, commodity and investment contracts" (0.8 trillion), "Insurance companies and related activities" (1, 4 trillion), "Funds, trusts and other financial instruments" (0.2 trillion): overall, it reaches 75% of GDP. All this means that "real" economic activity, that is, industrial or agricultural production and trade, are minority factors and are on the verge of extinction. The vast majority of US domestic product comes from the movement of money without real value being added. Some of these transactions also generate added value, but not all. Or to put it another way: what is the added value for GDP if a bond issued years ago increases in price? None, since this does not produce an additional commodity or provide an additional service, without neglecting the service of the stock trader who continuously sells and buys the stock. Yet nearly all of the richest 10 percent of the population who own nearly the same share of wealth as the remaining 90 percent make money without creating a real economy except a small fraction. To stick with the previous example, a security, for example a share, has an economic effect only at the time of its issue, because at that moment it provides the issuer with fresh money with which they can invest in something concrete: the subsequent speculation with the stock on the stock exchange it can bring profits to speculators, but it no longer brings any added economic value. Indeed, the fictitious value remains in the pockets of the shareholders and does not fully enter the economic cycle.
As we know, there is a nominal GDP and a real GDP that takes into account inflation, even if the measure adopted is not always specified, indeed almost never, and there is also a GDP calculated on the basis of purchasing power parity, but perhaps it should be introduce a new measure, namely that of effective GDP that measures only the production of real value. Now, however, the calculation of GDP makes it seem that Western countries are richer than others, but under this paint spread by the neoliberal regime, the fact is hidden 

which are no longer the true fulcrum of the world economy and do not express the true standard of living of the people. Take Russia as an example: although wages are lower than in the West, the average Russian can afford the same price as the average person in the West. The average Russian has an apartment (mostly in an apartment building), a car and goes on vacation once a year and has real free health care. So it is not important how much money someone makes, but what you can afford with this money in your country. The reasoning also applies to China where the salty foods in many highly industrialized areas are barely inferior to those in Europe, but with a much higher purchasing power from which the self-nutrition of the Chinese economy is born, so to speak. The "quality media" keep telling us that the Russian economy is small and weak, and that big Russia has even less economic power than little Italy. This is true, but only when you calculate nominal GDP, if you calculate GDP on the basis of purchasing power, Russia jumps to sixth place and leaves Italy at 12th. And if we wanted to create an effective GDP based on the real goods of the various countries, including energy, mining and production, Russia would be second after China.
Now the problem is this and it is manifesting itself in the war: economies that are based on real goods which have a concrete use value as well as an exchange value do not need to interfere with others, while the financial ones can only survive by exploiting others and only by imposing their own logic everywhere. This is why the US pseudo-giant needs to send the Ukrainians to the slaughter: because disobedience to the financial order they own is a mortal danger for them. Europe finds itself in the middle because it is not yet financialized enough and still has manufacturing production that could put it halfway, but it is forced to remain in the NATO cage with catastrophic consequences.

https://www.forbes.com/sites/andrewdepietro/2021/08/23/2021-us-gdp-by-industry/

 

La guerra detrás de la guerra del gigante americano de la arcilla.
Hoy, que es domingo, puedo hacer una pausa e intentar explicar cuáles son los personajes de la guerra a la que nos enfrentamos, que se libra con las armas en Ucrania, pero que en realidad se está librando en todo el mundo: el conflicto es entre lo virtual y lo concreto, entre una economía hecha casi enteramente de dinero que se multiplica y otra hecha de cosas tangibles, es decir, materias primas, artefactos, trabajo. Entre las finanzas y la producción. Entre un imperio de papel potencialmente infinito y otro donde, por el contrario, es precisamente el límite el que define la actividad humana. Entre una cultura ocasionalista y de mercado y otra de raíces profundas. Es la batalla entre un eterno presente sin perspectivas y una visión dialéctica de la historia y el cambio. Podría extenderme mucho en esta lista de dicotomías, pero quiero partir de donde quizás no se imaginan, o sea del PIB una medida econométrica nacida en sus connotaciones actuales del neoliberalismo y por tanto apta para celebrar sus glorias, sin embargo decir nada sobre la riqueza real de la población en general que está determinada esencialmente por la política. El PIB se define como el valor total de todos los bienes y servicios de los productos finales de un país, neto de todos los consumos intermedios, pero dentro de esta fórmula se esconde un gusano bromista porque significa que el Producto Interno Bruto también incluye cosas que no contribuyen ni agregan valor desde el punto de vista de la economía real. Por ejemplo, ¿una comisión que cobra un agente inmobiliario por la intermediación de un apartamento agrega valor económico? No, porque no crea espacio adicional para vivir, brinda un servicio útil, pero su comisión no crea ningún valor agregado para la economía, porque el apartamento alquilado ya existía y el propietario lo habría alquilado incluso solo. Sin embargo, sí lo hace el PIB y esto es cierto para una cantidad casi infinita de activos, incluidos los servicios financieros: pero, ¿qué valor real se agrega si las acciones se negocian en la bolsa de valores por medio de programas de computadora para deleite de los especuladores? Pero esto también constituye el PIB.
Ahora es bien sabido que el producto interno bruto de los países occidentales está formado esencialmente por servicios, muchos de los cuales crean solo un valor ficticio que no tiene relación con el mundo real y con la creación de bienes reales. El ejemplo más sensacional es el de EEUU: mirando las cifras detalladas del PIB de Estados Unidos que alcanza aproximadamente los 20 billones de dólares al año, vemos que un abundante 60% lo aportan los sectores financiero, asegurador, inmobiliario como un conjunto de alquiler y arrendamiento que aporta cerca de $ 11,4 billones; a ello se suman las áreas “Banca de la Reserva Federal, Intermediación de Crédito y Actividades Relacionadas” (1,1 billones), “Contratos de valores, materias primas e inversiones” (0,8 billones), “Compañías de seguros y actividades relacionadas” (1,4 billones), “ Fondos, fideicomisos y otros instrumentos financieros” (0,2 billones): en conjunto alcanza el 75% del PIB. Todo ello hace que la actividad económica "real", es decir, la producción y el comercio industrial o agrícola, sean factores minoritarios y al borde de la extinción. La gran mayoría del producto interno de EE. UU. proviene del movimiento de dinero sin que se agregue un valor real. Algunas de estas transacciones también generan valor agregado, pero no todas. O dicho de otro modo: ¿cuál es el valor añadido para el PIB si un bono emitido hace años aumenta de precio? Ninguno, ya que esto no produce una mercancía adicional ni brinda un servicio adicional, sin dejar de lado el servicio del corredor de bolsa que continuamente vende y compra la acción. Sin embargo, casi todo el 10 por ciento más rico de la población que posee casi la misma porción de riqueza que el 90 por ciento restante gana dinero sin crear una economía real, excepto una pequeña fracción. Siguiendo con el ejemplo anterior, un valor, por ejemplo una acción, tiene un efecto económico solo en el momento de su emisión, porque en ese momento proporciona al emisor dinero fresco con el que puede invertir en algo concreto: la especulación posterior. con la acción en bolsa puede traer ganancias a los especuladores, pero ya no trae ningún valor económico agregado. En efecto, el valor ficticio se queda en los bolsillos de los accionistas y no entra de lleno en el ciclo económico.
Como sabemos, existe un PIB nominal y un PIB real que tiene en cuenta la inflación, aunque no siempre se especifica la medida adoptada, casi nunca, y también existe un PIB calculado en función de la paridad del poder adquisitivo, pero quizás debería introducirse una nueva medida, a saber, la del PIB efectivo que mide sólo la producción de valor real. Ahora, sin embargo, el cálculo del PIB hace parecer que los países occidentales son más ricos que otros, pero bajo esta pintura difundida por el régimen neoliberal, se oculta el hecho  

que ya no son el verdadero punto de apoyo de la economía mundial y no expresan el verdadero nivel de vida de los pueblos. Tomemos Rusia como ejemplo: aunque los salarios son más bajos que en Occidente, el ruso promedio puede pagar el mismo precio que la persona promedio en Occidente. El ruso promedio tiene un apartamento (principalmente en un edificio de apartamentos), un automóvil y se va de vacaciones una vez al año y tiene atención médica realmente gratuita. Por lo tanto, no es importante cuánto dinero gana alguien, sino cuánto puede pagar con este dinero en su país. El razonamiento también se aplica a China donde los alimentos salados en muchas áreas altamente industrializadas son apenas inferiores a los de Europa, pero con un poder adquisitivo muy superior del que nace la autoalimentación de la economía china, por así decirlo. Los "medios de comunicación de calidad" siguen diciéndonos que la economía rusa es pequeña y débil, y que la gran Rusia tiene incluso menos poder económico que la pequeña Italia. Esto es cierto, pero solo cuando calculas el PIB nominal, si calculas el PIB sobre la base del poder adquisitivo, Rusia salta al sexto lugar y deja a Italia en el 12. Y si quisiéramos crear un PIB efectivo basado en los bienes reales de los distintos países, incluyendo energía, minería y producción, Rusia sería la segunda después de China.
Ahora bien, el problema es este y se manifiesta en la guerra: las economías que se basan en bienes reales que tienen un valor de uso concreto además de un valor de cambio no necesitan interferir con otras, mientras que las financieras pueden sobrevivir solo por explotando a los demás y sólo imponiendo su propia lógica en todas partes. Por eso el pseudogigante estadounidense necesita enviar a los ucranianos al matadero: porque la desobediencia al orden financiero que poseen es un peligro mortal para ellos. Europa se encuentra en el medio porque aún no está lo suficientemente financiada y todavía tiene una producción manufacturera que podría dejarla a mitad de camino, pero se ve obligada a permanecer en la jaula de la OTAN con consecuencias catastróficas.

https://www.forbes.com/sites/andrewdepietro/2021/08/23/2021-us-gdp-by-industry/

 

La guerre derrière la guerre du géant d'argile américain.
Aujourd'hui, c'est-à-dire dimanche, je peux faire une pause et essayer d'expliquer quels sont les caractères de la guerre à laquelle nous sommes confrontés, qui se déroule avec les armes en Ukraine, mais qui fait en réalité rage dans le monde entier : le conflit oppose le virtuel et le concret, entre une économie faite presque entièrement d'argent qui se multiplie et une autre faite de choses tangibles, c'est-à-dire de matières premières, d'artefacts, de travail. Entre finance et production. Entre un empire de papier potentiellement infini et celui où, au contraire, c'est précisément la limite qui définit l'activité humaine. Entre une culture occasionnelle et marchande et une culture profondément enracinée. C'est la bataille entre un présent éternel sans perspective et une vision dialectique de l'histoire et du changement. Je pourrais continuer longtemps dans cette liste de dichotomies, mais je veux partir d'où peut-être vous n'imaginez pas, ou du PIB une mesure économétrique née dans ses connotations actuelles du néolibéralisme et donc apte à célébrer ses gloires, sans toutefois dire quoi que ce soit sur la richesse réelle de la population générale qui est essentiellement déterminée par la politique. Le PIB est défini comme la valeur totale de tous les biens et services des produits finaux d'un pays, net de toute consommation intermédiaire, mais un ver joker est caché dans cette formule car cela signifie que le produit intérieur brut comprend également des choses qui ne contribuent pas valeur du point de vue de l'économie réelle. Par exemple, une commission qu'un agent immobilier perçoit pour le courtage d'un appartement ajoute-t-elle une valeur économique ? Non, car il ne crée pas d'espace de vie supplémentaire, il rend un service utile, mais sa commission ne crée aucune valeur ajoutée pour l'économie, car l'appartement loué existait déjà et le propriétaire l'aurait loué même seul. Pourtant, elle fait du PIB et cela est vrai pour une quantité quasi infinie d'actifs, y compris les services financiers : mais quelle valeur réelle est ajoutée si les actions sont négociées en bourse par des programmes informatiques pour le plus grand plaisir des spéculateurs ? Mais cela représente aussi le PIB.
Il est maintenant bien connu que le produit intérieur brut des pays occidentaux est essentiellement constitué de services, dont beaucoup ne créent qu'une valeur fictive sans rapport avec le monde réel et avec la création de biens réels. L'exemple le plus sensationnel est celui des États-Unis : en regardant les chiffres détaillés du PIB des États-Unis qui atteint environ 20 000 milliards de dollars par an, on voit qu'un abondant 60 % est donné par les secteurs de la finance, des assurances, de l'immobilier ainsi que un ensemble location et crédit-bail qui rapporte près de 11 400 milliards de dollars ; à cela s'ajoutent les domaines "Banque de réserve fédérale, intermédiation de crédit et activités connexes" (1,1 billion), "Titres, matières premières et contrats d'investissement" (0,8 billion), "Compagnies d'assurance et activités connexes" (1,4 billion), " Fonds, fiducies et autres instruments financiers » (0,2 trillion) : globalement, il atteint 75 % du PIB. Tout cela signifie que l'activité économique "réelle", c'est-à-dire la production industrielle ou agricole et le commerce, sont des facteurs minoritaires et au bord de l'extinction. La grande majorité du produit intérieur américain provient du mouvement de l'argent sans réelle valeur ajoutée. Certaines de ces transactions génèrent également de la valeur ajoutée, mais pas toutes. Ou pour le dire autrement : quelle est la valeur ajoutée pour le PIB si une obligation émise il y a des années augmente de prix ? Aucun, puisque cela ne produit pas de marchandise supplémentaire ni ne fournit de service supplémentaire, sans négliger le service du négociant en bourse qui vend et achète en permanence le titre. Pourtant, presque tous les 10 % les plus riches de la population qui possèdent à peu près la même part de richesse que les 90 % restants gagnent de l'argent sans créer d'économie réelle, à l'exception d'une petite fraction. Pour rester dans l'exemple précédent, un titre, par exemple une action, n'a d'effet économique qu'au moment de son émission, car à ce moment-là il fournit à l'émetteur de l'argent frais avec lequel il peut investir dans quelque chose de concret : la spéculation subséquente avec l'action en bourse elle peut apporter des bénéfices aux spéculateurs, mais elle n'apporte plus de valeur économique ajoutée. En effet, la valeur fictive reste dans les poches des actionnaires et n'entre pas pleinement dans le cycle économique.
Comme on le sait, il y a un PIB nominal et un PIB réel qui tient compte de l'inflation, même si la mesure retenue n'est pas toujours précisée, voire presque jamais, et il y a aussi un PIB calculé sur la base de la parité de pouvoir d'achat, mais peut-être il faudrait introduire une nouvelle mesure, à savoir celle du PIB effectif qui ne mesure que la production de valeur réelle. Maintenant, cependant, le calcul du PIB donne l'impression que les pays occidentaux sont plus riches que les autres, mais sous cette peinture répandue par le régime néolibéral, le fait est caché 

qui ne sont plus le véritable pivot de l'économie mondiale et n'expriment pas le véritable niveau de vie des peuples. Prenons l'exemple de la Russie : bien que les salaires soient plus bas qu'en Occident, le Russe moyen peut se permettre le même prix que la personne moyenne en Occident. Le Russe moyen a un appartement (principalement dans un immeuble), une voiture et part en vacances une fois par an et bénéficie de véritables soins de santé gratuits. Il n'est donc pas important de savoir combien d'argent quelqu'un gagne, mais ce que vous pouvez vous permettre avec cet argent dans votre pays. Le raisonnement s'applique également à la Chine où les aliments salés dans de nombreuses zones hautement industrialisées sont à peine inférieurs à ceux de l'Europe, mais avec un pouvoir d'achat beaucoup plus élevé d'où naît, pour ainsi dire, l'auto-alimentation de l'économie chinoise. Les "médias de qualité" ne cessent de nous dire que l'économie russe est petite et faible, et que la grande Russie a encore moins de puissance économique que la petite Italie. C'est vrai, mais seulement quand on calcule le PIB nominal, si on calcule le PIB sur la base du pouvoir d'achat, la Russie saute à la sixième place et laisse l'Italie à la 12e. Et si nous voulions créer un PIB effectif basé sur les biens réels des différents pays, y compris l'énergie, les mines et la production, la Russie serait deuxième après la Chine.
Or le problème est le suivant et il se manifeste dans la guerre : les économies qui reposent sur des biens réels qui ont une valeur d'usage concrète ainsi qu'une valeur d'échange n'ont pas besoin d'interférer avec les autres, tandis que les économies financières ne peuvent survivre qu'en en exploitant les autres et seulement en imposant partout leur propre logique. C'est pourquoi le pseudo-géant américain doit envoyer les Ukrainiens à l'abattoir : parce que la désobéissance à l'ordre financier qu'ils possèdent est un danger mortel pour eux. L'Europe se retrouve au milieu parce qu'elle n'est pas encore assez financiarisée et a encore une production manufacturière qui pourrait la mettre à mi-chemin, mais elle est contrainte de rester dans la cage de l'Otan avec des conséquences catastrophiques.

https://www.forbes.com/sites/andrewdepietro/2021/08/23/2021-us-gdp-by-industry/

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Salutoni

08.09 | 20:00

che incredibile scoperta..non credevo mi fosse possibile resistere e invece l'ho ascoltato fino alla fine

05.09 | 14:47

Siete eccezionali! 💖 💖 💖 💖 💖 💖 LussoFrancescano, uno tra i più bei siti! 💖 💖 💖 💖 💖 💖 💖

30.05 | 18:55

Grazie di cuore ❤ mio amatissimo guerriero della luce. Un sito stupendo.

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